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Giorgio Canali - il concerto, le foto e l'intervista

Monopoli, Largo Portavecchia, vista mare, ingresso gratuito, il Dirockato è l’esempio di come sia possibile organizzare, con competenza, un festival: tutto grazie e per merito di Luciano D’Arienzo e dello staff di cui si avvale, una combriccola accomunata dalla passione per la musica; un ottimo spot per il Comune di Monopoli.

Allo stesso tempo, il Dirockato Festival è uno spaccato preciso dell’Italia, della nostra società, di come la qualità offerta non sempre sia premiata dalla quantità del pubblico presente: non si spiega diversamente come ad una rassegna del genere ci sia un pubblico di centinaia di persone mentre le piazze, spesso, si riempiono di migliaia di persone per quattro cretini che, passando dalla snaturata madre tv, vendono fumo negli occhi ad un pubblico (evidentemente) addomesticato.

Tornando alla musica, sul palco assisto dapprima alla performance, di notevole spessore, di Sick Tamburo e poi a quella di Giorgio Canali & Rossofuoco.

56 anni. Tanti ne dichiara mentre lì, sul palco, è il centro dell’attenzione.

Ma i miei occhi vedono un Giorgio Canali che canta, suona e si dimena come se di anni ne avesse 20. Al riguardo, nell’intervista post concerto che mi concede, dichiara: “… ma perchè non ho mai fatto un cazzo nella vita, quindi quando uno non fa mai un cazzo nella vita è normale che non invecchi; cioè, chi lavora in fabbrica si fa un culo così e invecchia a 40 anni. Chi fa solo quello che gli piace è chiaro che riesce a mantenersi giovane“.

E con lui, quanto ad energia, pari sono i Rossofuoco Marco Greco alla chitarra e Luca Martelli alla batteria: insieme, formano un trio di dinamismo e vitalità allo stato puro e quel che vien fuori è rock duro, cantato e suonato a livelli elevati, quanto le emozioni che passano attraverso le note: “a me interessa quella, l’emozione, m’interessa vedere la faccia della gente, m’interessa vedere gli occhi ed è bellissimo, ci sono persone con cui comunichi al volo, se non c’è comunicazione un concerto è morto.”

Rivedo nella mente il film del concerto appena terminato, Canali che non sta un attimo fermo e interagisce con il pubblico che apprezza la sua musica; e quando gli chiedo cosa ascolta, cosa gli piace musicalmente parlando, risponde “Ci sono pochissime cose che mi piacciono, che mi fanno scaldare, una di queste è l’ultimo album de Le Luci della Centrale Elettrica”.

E in tutta questa adrenalina condivisa, che fluisce tra palco e pubblico, andata e ritorno, ha un senso parlare “anche” del contenuto delle canzoni, laddove prende forma, corpo e voce la rabbia di Canali, autore dei testi (mai banali) che nella sua schiettezza dichiara “Noi facciamo r’n'r, elementare, quattro accordi tirati là, ma con delle parole molto intelligenti, queste le rivendico. In Italia, quello che succede sui palchi, spesso è estetica, è studiato e a me non me ne frega un cazzo” . E così “Regola#1”, prima traccia dell’album Rojo (2011), recita “Benvenuti fra gli effimeri, benvenuti al mondo … Ogni-veggenti in telecamere agli angoli di questa città faranno di voi delle celebrità … lì nella regia per la pubblicità al rientro in onda un primo piano dello sponsor in diretta dalle strade della tua città il reality show più eccitante del mondo via al televoto e ciò che deve accadere accada e ricordate che il Papa veste Prada”.

Ma già in “Verità, la verità” (tratta dall’album “Tutti contro tutti” del 2007) Canali esternava le sue emozioni e i suoi pensieri senza filtri “Verità, la verità, quella dei servizi giornalistici deviati, verità, la verità è quella dimostrabile coi carri armati, verità, quella verità che rende ciechi, sordi e poi diversamente muti, verità, la verità quella che sai e la sai per istinto e non è mai quella di chi ha vinto”.

Il concerto è terminato, l’intervista si avvia alla fine, Giorgio l’ultima domanda e poi ti lascio libero (“Bravooo”) … tante formazioni musicali e diverse esperienze (tecnico del suono, musicista, cantante, autore ): cosa ti porti dietro? “Ho rubato, ho rubato tutto a tutti, io sono un ladro di emozioni, di intenzioni, di armonie, di parole, lo so, sono una spugna, però nella mia vita sento di ringraziare un sacco di gente: Noir Desir, Le Luci tantissimo, CSI, PGR, un po’ anche i CCCP, nonostante quella che secondo me è stata una svista del panorama italiano, i CCCP non valevano un cazzo porca m. ed è una delle cose che tutt’ora è mitizzata perchè comunque siamo fatti di robe vuote e spesso ci interessa di più l’apparenza che la sostanza, i CCCP non avevano sostanza, un sacco di apparenza, figa, bella … quando ancora adesso mi vengono a tirare in ballo i CCCP come gruppo punk italiano mi girano i coglioni, c’erano gruppi come i Kina, e i Franti e non se li è mai inculati nessuno, amen … mettendo tra parentesi il fatto che Giovanni Ferretti all’epoca scriveva delle cose che facevano paura, da impallidire, spettacolari, però non basta la scrittura“.

Sostanza e apparenza, per Canali “è la storia del mondo. Della new wave, cosa è passato in Italia? Son passate le creste, gli abiti scuri, le facce bianche. E se guardi in Inghilterra è solo una questione di immagine, sempre e comunque; cioè, la famosa rivalità tra ottanta e novanta, Blur ed Oasis: chi se ne frega dei Blur e degli Oasis, sono solo una questione estetica … Guardiamo i Sex Pistols, parliamo degli Stooges, parliamo dei Crazy Horse e di Neil Young … abbiamo avuto Jo Squillo in Italia, dai …alleluja !”.

E così chiudo un’altra splendida serata di Musica, i fans sono lì fuori e aspettanoGiorgio Canali per le foto, lui non si sottrae, abbraccia tutti, sorridente e soddisfatto.

Amen.

Fabio Palmisano

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